26 aprile 2017
A cosa serve un regolatore di carica?
Quando si parla di pannelli solari, spesso si trascura un piccolo ma indispensabile dispositivo: il regolatore di carica.
La sua funzione è semplice: regolare la tensione del pannello solare adeguandola a quella necessaria per la ricarica della batteria, evitando la sovraccarica della stessa. Questo si rende necessario perché la tensione in uscita dai pannelli non è regolare e costante, anzi spesso ci troviamo con tensioni molto elevate. Questa condizione non rende utilizzabile l’energia prodotta dai pannelli, che ha bisogno di essere stabilizzata e “regolata”.
Per tradurre questo meccanismo con un metafora, immaginate il pannello solare come una pompa che succhia acqua dal sottosuolo e la batteria come un campo che ha bisogno di essere irrigato per dare frutto. Se non ci fosse nulla fra pompa e campo, rischieremmo di allagare le nostre colture con gravi danni. Serve un rubinetto che regoli l’afflusso di acqua. Ecco, questo è il regolatore di carica: un rubinetto elettronico che permette di moderare la portata di “acqua” nelle nostre terre.
Se non ci fosse il nostro regolatore, le batterie rischierebbero seriamente di essere danneggiate.
Al regolatore possiamo collegare solo batterie? Dipende dal regolatore, in generale la risposta è No. Quasi tutti i regolatori di carica infatti hanno anche una uscita che permette di collegare piccoli carichi alimentati a 12, 24 o 48v in base alla tensione che si sta utilizzando, che vengono così direttamente alimentati dalla batteria (che deve essere sempre presente e collegata). Per piccoli carichi si intendono lampadine o altri carichi non con spunti elevati, sfruttando così la funzione crepuscolare, presente su molti modelli, o addirittura anche la programmazione oraria dell’accensione del carico. Tutti gli altri carichi invece, compresi gli inverter, vanno collegati direttamente in batteria.
Speriamo di essere stati esaustivi e di avervi illustrato un pochettino l’importanza di questo piccolo, ma indispensabile, apparecchio.
Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2017
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